Un lavoro, qualsiasi sia, richiede sempre accortezza per essere svolto in maniera adeguata. Ma se quello stesso lavoro lo prendiamo e lo spostiamo, rendendo necessario eseguirlo a venti metri da terra, nasce una serie non insignificante di complicazioni: anzitutto, come è ovvio, tutte le preoccupazioni legate alla sicurezza di chi si troverà a lavorare non con i piedi ben piantati a terra, ma sollevato in qualche modo ad un’altezza da cui cascare sarebbe problematico o fatale; in secondo luogo, precisi problemi economici, perché arrivare a costruire una piattaforma che permetta l’accesso al punto elevato su cui lavorare, e intanto possa accogliere, appunto in sicurezza, sia i lavoratori che i loro strumenti, ha un costo sostanzioso; e in terzo luogo, problemi significativi di tempo, perché alle ore di lavoro necessarie per l’attività in sé andranno inevitabilmente aggiunte quelle per montare tutte le strutture di ponteggio di cui abbiamo parlato, e in seguito quelle per smontarle sgomberando l’area. Per questi motivi, come alternativa alle strtture tradizionali, sono state inventate, e diffuse in tutti i cantieri del mondo, le piattaforme aeree.
Questi dispositivi sono relativamente recenti, e la loro invenzione non risale a nemmeno cinquant’anni fa; ne fu responsabile, quasi esclusivamente, un inventore statunitense, di nome John L. Grove, che ne costruì il primo esemplare su proprio schema nel 1969. Grove era nato nel 1921, ed era titolare e amministratore in Pennsylvania di una fabbrica che costruiva carri agricoli, la Grove Manufacturing Company, già nel 1947, insieme ai suoi fratelli Wayne e Dwight.
Quando si trovò ad avere bisogno di spostare grandi quantità di acciaio pesante per esigenze di lavorazione, John mise in pratica le sue conoscenze di idraulica e costruì un modello di quella che, dopo alcune migliorie, sarebbe divenuta la prima gru idraulica industriale mobile. Un prodotto tanto promettente valeva più di tutti i carri agricoli del mondo, e infatti la fabbrica fu presto riconvertita per produrne in serie; in poco tempo, divenne leader mondiale nel settore delle gru.
Dopo un decennio, fu Grove a realizzare il sistema idraulico per allungare le scale di soccorso dei pompieri; e dopo altri dieci anni, sotto il marchio della Condor Industries, la nuova fabbrica fondata con Paul Shockley dopo avere lasciato l’azienda di famiglia, realizzò il piano di cui parliamo: un carro semovente, dotato di una struttura telescopica che permettesse di innalzare una piattaforma e rendere fattibile il lavoro a grandi altezze in sicurezza e scioltezza.
Da quel primo esemplare, naturalmente, il progresso tecnologico ha portato a svariati “discendenti”, di taglia e funzioni diverse: oggigiorno possiamo vederle in azione in decine di diverse applicazioni. Abbiamo le più piccole, note anche come “Vertical Mast”, molto leggere, con una piccola base sollevata da un braccio idraulico semplice, così come le “Scissor”, di tipo sia elettrico che diesel, dove è un pantografo a alzare il cesto che ospita i lavoratori; per finire con i “Boom-Lift”, grandi piattaforme con bracci articolati e telescopici di dimensioni straordinarie, capaci di estendersi fino a 40 m di altezza, e dotate di sistemi per estendere gli assali e stabilizzare l’assetto dell’insieme, come reso necessario dalla formidabile lunghezza del braccio completamente esteso. Tutte nate dall’invenzione di un geniale fabbricante di carri agricoli, neppure cinquant’anni fa.