Una tavola degna di un cinque stelle

DiMassimo Rossani

Ott 30, 2012

Anche in un’epoca frenetica come la nostra, ancora abbiamo fortunatamente l’abitudine di invitare a cena amici e conoscenti. E in queste occasioni, concentriamo tutta la nostra accortezza e il nostro fervore a preparare le pietanze e le ricette che più potranno corrispondere ai loro gusti, cercando di realizzarle in modo che sia non solamente gradevole al palato ma anche agli occhi; simultaneamente, cercheremo in mezzo alla nostra raccolta musicale quale sia il miglior accompagnamento in sottofondo alle piacevoli chiacchierate della serata, così che esse ne siano sottolineate ma mai sovrastate; con la stessa premura con la quale ci siamo occupati di allestire i cibi, sceglieremo il vino o i vini che ad essi meglio si accompagnano, per esaltarli al massimo livello; e anziché utilizzare il servizio da tavola di ogni giorno, sicuramente cercheremo nei nostri ripostigli i piatti più eleganti, le posate di pregio, e i bicchieri di cristallo che riserviamo alle occasioni importanti.

Ciononostante, a fronte di tanto fervore, siamo certi che non rovineremo ogni cosa apparecchiando la tavola in modo scorretto? Per apparecchiare alla perfezione come nei tavoli per ristoranti, ci sono poche e semplici regole da seguire!

Fare in modo che la nostra tavola sia apparecchiata secondo tutte le regole dell’eleganza non serve solo a manifestare le nostre buone maniere, ma è specialmente un segno di premura che manifestiamo verso i nostri invitati, che sono poi i protagonisti della serata in quanto nostri ospiti, precisamente come il provare a non dialogare di argomenti che possano risultare loro sgraditi, o l’evitare di cucinare pietanze che sappiamo non essere di loro preferenza. Siccome, inoltre, le regole da seguire sono chiare e non eccessive per quantità, vale davvero la pena allestire in qualche minuto in più, per accertarsi che tutto sia eseguito nella maniera più giusta.

E per cominciare proprio dalle basi, stenderemo innanzitutto sul tavolo da pranzo un mollettone, che non solo tutelerà la superficie del tavolo stesso dal calore e dalle macchie che potrebbero rovinare il mobile, ma avrà anche il vantaggio di attenuare i rumori, alla lunga sgradevoli, causati dagli impatti di piatti, bicchieri e posate sul tavolo stesso. Vi stenderemo quindi sopra una tovaglia scelta in accordo con il tenore della serata (per una fonduta fra amici non ha senso approntare con pizzi e merletti; per un’elegante cena formale, similmente, niente colori e decori sgargianti) e in maniera che si accompagni bene anche al servizio di piatti. E infine, al centro del tavolo, andremo a porre una decorazione, appunto il centrotavola, che con stile (e soprattutto senza ostacolare i movimenti o la possibilità dei convitati di vedersi in viso) completi la base dell’apparecchiatura.

E veniamo al punto focale – e ahimè, dolente – di qualsiasi apparecchiatura: i piatti e le posate! Quanti, come, dove? Partiamo da una elementare regola: se, come è la regola ormai in tutte le case tranne quelle molto particolari, non ci sarà servizio in tavola da parte di un cameriere, è permesso preparare in tavola, fin dall’inizio, fino a tre piatti: quello per l’antipasto, quello per il primo (all’occorrenza una fondina, se si tratta di minestra in brodo) e quello per il secondo. Altri piatti necessari non devono apparire in tavola dall’inizio, e verranno disposti in seguito. Per quanto riguarda le posate, vero meandro per chi non è pratico, ci sono poche e semplici regole: le forchette vanno sempre a sinistra del piatto, più vicina la normale, poi quella da pesce; a destra vanno, invece, i coltelli (prima normale, e poi da pesce), con la lama scrupolosamente rivolta al piatto, e per ultimo il cucchiaio da minestra. Le posate da dessert andranno davanti al piatto, orizzontalmente, la forchetta col manico a sinistra, e il cucchiaio a destra.

A meno che non si tratti di posate antiche e cifrate, forchette e cucchiai andranno disposti con l’incavo, o i rebbi, all’insù. I bicchieri, per ultimare l’opera, saranno disposti a destra, davanti al coltello: saranno come minimo uno grande per l’acqua e uno piccolo per il vino. In caso di più vini, ne andranno aggiunti altri a destra di quello dell’acqua, ma mai più di quattro in totale. E il tovagliolo? O sul piatto, o a fianco delle posate. Ed evitiamo fogge artistiche, grazie!

Di Massimo Rossani

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